LA FESTA DEI LAVORATORI

In questo giorno dedicato ai lavoratori prendi-AMO consapevolezza del nostro valore, dell’importanza di donarlo agli altri, per sentirci vivi e respons-ABILI: le nostre competenze e capacità conducono al  ben-essere degli altri e anche al  nostro!

Tratto da “La filosofia in ottantadue favole” di Ermanno Bencivenga

La ditta

Non era facile gestire quell’armamentario. I fondali con guglie arabeggianti; il fiume che scorreva maestoso tra i suoi meandri, e non era fatto d’acqua ma di un liquido più denso che si gonfiava al punto giusto e segnava le sponde con un profilo preciso; la luna che doveva essere piena, prima alta nel cielo e poi, più grande e accesa in un suo infuocato tramonto, quasi a poggiarsi tra due tetti prima di sparire.

Certo Lui avrebbe potuto fidarsi che la spontaneità della natura realizzasse questi effetti, ma si sa come vanno le cose: finisce che piove, o che è luna nuova, o che la luna sorge troppo tardi, quando siamo già a letto, e allora tanti saluti alla serata romantica e al bacio appassionato. Ci si deve rintanare sotto una tenda e aspettare intirizziti che gli scrosci si attenuino per poter tornare a casa; oppure si guarda in cielo e al massimo si vede un aereo che passa.

Così Lui si era rivolto a questa ditta specializzata, che garantiva il risultato e prometteva un rimborso in caso di inconvenienti; e mentre Lei si rifaceva il trucco, si lavava le mani e rispondeva a mille messaggi Lui si teneva in contatto costante con gli addetti, dava le ultime istruzioni e si assicurava che i tempi fossero rispettati.

Fu un trionfo dell’esperienza e della professionalità: tutto quadrò alla perfezione. Guglie e palazzi erano tirati a lucido; il fiume mormorava sommesso (con l’aiuto di un microfono sottostante); la luna era argentea prima di cena, accompagnata da quelle quattro o cinque stelle che si era riusciti a trovare e che comunque suggerivano un carro, poi, dopo una profusione di antipasti e pietanze saporite, era appropriatamente infuocata tra i due tetti previsti, proprio quando Lui e Lei attraversavano il ponte e guardavano e si guardavano perduti. Al momento opportuno, era scattato il bacio appassionato; e la vita di Lui e Lei non sarebbe stata più la stessa.

Al ritorno in albergo, mentre Lei si rinfrescava, Lui l’attendeva impaziente, fu però così gentile da chiamare per dire che era andata bene e ringraziare.

E gli addetti si commossero. Certo, è un mestiere come un altro, e ora si trattava di arrotolare i fondali, far scorrere il liquido del fiume nella cisterna e rimettere luna e stelle in magazzino, in attesa del prossimo cliente. Ma un fioraio si intenerisce se le sue rose sono gradite dalla bella, un gioielliere se l’anello di fidanzamento viene accettato e ne nasce una lunga convivenza; e anche a quei rudi omaccioni, mentre allentavano gli ormeggi e spianavano il campo un po’ gli si inumidirono gli occhi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *